La paella è forse il piatto più noto della ricca e varia gastronomia spagnola. È una elaborazione culinaria molto conosciuta a livello internazionale ed è facile trovarla nei menú di migliaia di ristoranti in tutto il mondo. Però, curiosamente, la non conoscenza della vera ricetta della paella è generalizzata.
Qui potrete trovare una ricetta affidabile dell’autentica paella valenciana, considerando che, chi firma queste righe, oltre ad essere valenciano è cuoco di professione e per vocazione.
Un pò di storia:
Si suppone che il consumo di riso a Valencia fosse inizialmente limitato a quello in forma di farina o di semola. Nel secolo XVI a Valencia si consumava giá riso al forno in pentola di terracotta e, a partire dal secolo XVIII, vi è già notizia del piatto conosciuto come paella.
L’origine della paella, come di tutti i piatti della cucina popolare di una specifica zona, non è altro che l’unione degli elementi di cui ciascun paese disponeva nei propri dintorni. Nell’area di Valencia c’era e c’è tuttora (anche se sempre meno) una ricca zona di orti da irrigazione che forniva verdure fresche ai suoi abitanti. Era inoltre comune allevare polli e conigli per il consumo familiare; i dintorni dell’Albufera e le limitrofi risaie fornivano il riso e offrivano la possibilità di aggiungere alla paella, di quando in quando, qualche elemento cinegetico. Se a questa favolosa dispensa aggiungiamo pesci e frutti di mare delle zone costiere, così come l’olio d’oliva proprio dell’area mediterranea, abbiamo tutti gli ingredienti con cui si realizzano la maggior parte delle paelle classiche. Ci mancherà solo un’altra cosa, il recipiente per cucinarli. E questo recipiente non è altro che la paella.
“Paella”, sí, e non “paellera” come si dice in altre zone di Spagna o nella stessa Comunità Valenciana. Perchè “paellera” in tutti i casi è la donna che cucina la paella e non il recipiente nella quale si cucina… Nella lingua valenciana, la padella si chiama “paella” e da lì viene il nome del piatto più famoso della cucina spagnola. La Accademia Reale della lingua di Spagna tuttavia ammette entrambe le accezioni.
Riassumendo, la paella altro non è che una padella, di norma realizzata in acciaio lucidato, alla quale è stato tolto il manico e al posto del quale sono state fissate due maniglie che sopportino il peso del cibo. Deve essere di diametro minimo di 22 cm, non molto profonda, con bordi alti da 5 a 10 cm, in funzione del diametro.
Teoricamente ciascuna paella è dimensionata per una determinata quantità di riso, sebbene le dimensioni variino molto in funzione del gusto o del modo in cui ciascun cuoco elabora la paella. Io, personalmente, preferisco che il contenuto della paella, una volta pronta, non ecceda l’altezza a cui sono saldati i manici.
Gli ingrediente di base:
Ora che abbiamo gli ingredienti ed il recipiente adeguato, dobbiamo solo combinarli in maniera corretta per ottenere la paella. Ed è qui che iniziano le polemiche perchè, tra gli stessi valenciani, non esiste alcun consenso su temi culturali, linguistici o di identità e, pertanto, l’origine, la composizione e l’elaborazione della paella non restano al margine di tutte queste dispute. Personalmente credo che non esista la ricetta dell’autentica paella; è un piatto popolare e ciascuno utilizzava ciò che aveva a disposizione al momento. Se si avevano carciofi, fagiolini e pollo, la si preparava con questi ingredienti; se non si avevano carciofi si utilizzavano peperoni o ciò che fosse nella dispensa in quel momento… e a tanto barocco miscuglio di ingredienti, si aggiungeva un pugno di riso… e il pranzo del giorno era pronto, elaborato in un solo recipiente che, inoltre, fungeva da piatto comune. Tradizionalmente la paella si mangiava, e si mangia, nello stesso recipiente nel quale si cucina con conseguente risparmio di lavoro per la paziente capofamiglia. E con le paelle di pesce o di frutti di mare avveniva la stessa cosa, si cucinava ciò che la barca portava dal mare, scampi, seppie, granchi, canocchie, aragoste, gamberi, code di rospo…
Secondo i puristi esistono due tipologie di paella:
- Paella valenciana:
Preparata con pollo e coniglio, garrofó (una varietà locale di fagiolo), pomodoro, fagiolini (a Valencia usiamo «tabella», «rotjet» e «ferraura», varietà locali di fagiolini), pimentón dulce (polvere di peperone secco non piccante), olio di oliva e zafferano o, in mancanza di questi, colorante alimentare e, naturalmente, il riso. Se di stagione, anche carciofi e piselli. - Paella di frutti di mare o paella di mare:
Quella che, oltre al solito riso si realizza con prodotti del mare come seppie, calamari, cozze o clótxina (varietà mediterranea della cozza, però più piccola, delicata e saporita) gamberi, scampi, canocchie, aragosta, vongole, aglio, olio di oliva, pomodoro, pimentón dulce, zafferano o colorante alimentare e un brodo realizzato con piccoli pesci che a Valencia chiamiamo morralla.
Consigli generali sulla cottura del riso
Proporzione tra acqua, diametro del recipiente e quantità di riso
La paella la preparo con acqua o con brodo?
Consigli per cucinare piatti di riso al forno
La altitudine
Ma la paella a Valencia è molto più che un paio di piatti a base di riso; ci sono centinaia di ricette che riflettono fedelmente le tradizioni culinarie delle zona in cui si elaborano. In questo sito web potrete trovare una selezione di tali ricette. Spero siano di vostro gradimento e che possiate apprezzare e godere del riso tanto quanto noi valenciani.